sabato, Luglio 27, 2024
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Coltelli facili? Pm minori: ‘Abbandono scuola una piaga’

Galante Sorrentino: “In situazioni gravi bisogna allontanarli dalle famiglie”

Ragazzini armati di coltelli, spesso solo bambini. A Napoli, e non solo, è una vera e propria emergenza, criminale e sociale, per arginare la quale “occorre un potenziamento di telecamere”, ma soprattutto “una tempestiva segnalazione dell’abbandono dell’obbligo scolastico”, poiché “nella maggior parte dei casi chi compie reati del genere proviene da famiglie poco attente all’istruzione”. A dirlo è il sostituto procuratore presso il Tribunale per i Minorenni di Napoli, Emilia Galante Sorrentino, che, in un’intervista all’ANSA, spiega come sia necessario, anche, potenziare i controlli con più pattuglie. La città dovrebbe essere più sorvegliata da telecamere “perché i riscontri che possiamo avere sono spesso dati dai ‘cattura targhe’ degli scooter utilizzati dai ragazzini”.

Prosegue il magistrato: “Riscontriamo una provenienza da ambienti socio-familiari molto contigui alla criminalità. E tutto ciò va letto parallelamente ai dati allarmanti dell’abbandono scolastico”, spiega. “Le famiglie non controllano il numero delle assenze. E la scuola, da parte sua, poco incoraggia la ripresa della frequenza. Abbiamo segnalazioni molto tardive, laddove invece  dovrebbero essere fatte già al quinto giorno di assenza. Su questo punto stiamo lavorando e lo abbiamo più volte posto all’attenzione dell’Ufficio scolastico regionale”. Altro dato importante riguarda la carenza dei servizi sociali, per i quali “sarebbe necessario un investimento a livello politico perché aiuterebbero a far lavoro di prevenzione sul territorio e sulle famiglie”.

La pm è contraria all’abbassamento dell’età imputabile dai 14 ai 12 anni e parla, piuttosto, di un problema di legislazione minorile. “Noi possiamo arrestare solo in caso di reati che hanno una pena prevista di nove anni. Anche per quanto riguarda il ferimento con un coltello, non ho quel limite di pena tale da consentirmi di arrestare. Allora trasformiamo il possesso di un coltello in una fattispecie più grave: è così che io ottengo un
risultato, non abbassando l’età imputabile”. E in situazioni gravi  il magistrato non ha dubbi: “La salvezza è l’allontanamento dalle famiglie. Quando il bambino partecipa al confezionamento di bustine, che ragazzo verrà fuori? Un potenziale delinquente. L’alternativa è collocarlo in comunità, anche fuori regione”.

Massima attenzione ai social che, sebbene siano una finestra sul mondo, nascondono insidie “l’immagine in rete è un viaggio senza ritorno”. Insomma, la prevenzione a scuola e in famiglia resta l’arma da utilizzare. Prima che sia troppo tardi.

 

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